SCRITTURA CREATIVA NEGLI USA: TESTIMONIANZE DI BURROUGHS di Grazia Valente
Una piccola premessa. Le scuole di scrittura non sono un’invenzione di tempi relativamente recenti. Nel 1931, a Parigi, circolava un volantino pubblicitario che recava a caratteri cubitali la dicitura DEVENEZ ECRIVAIN con il quale si invitava a iscriversi al «cours de rédaction littéraire – Group 54» con il proposito di insegnare lo stile e la scrittura corretta, per evitare «la sofferenza di assistere alla persecuzione della lingua sotto i colpi di coloro i quali credono che, per scrivere, sia sufficiente procurarsi carta e inchiostro».
Più o meno, dovremmo essere intorno alla metà degli anni Settanta del secolo scorso. William Burroughs (1914-1998) racconta la sua esperienza di insegnante di scrittura creativa in alcuni saggi raccolti nel volume La scrittura creativa – Sugarco Edizioni (1981), di cui proponiamo alcuni frammenti.
«Dopo aver tenuto un corso di Scrittura Creativa alcuni anni or sono, i miei propri poteri creativi ebbero una caduta totale. Ebbi veramente un caso di blocco dello scrittore, e il mio idealistico e giovane assistente si lamentò che stavo solo seduto in giro per la casa senza fare assolutamente niente.
Può la scrittura creativa essere insegnata? E sono forse punito dalle Muse per empietà e rozza indiscrezione nel rivelare i Segreti a un pubblico completamente non ricettivo?
Scoprii anche che l’immagine di William Burroughs nelle menti dei miei studenti aveva poco a che fare con i fatti. Erano delusi perché durante la lezione avevo giacca e cravatta, si aspettavano di vedermi comparire nudo con su un c…. finto. Insomma, un’esperienza demoralizzante.
Cosa diavolo stavo veramente insegnando? Scrittura creativa – mio dio cosa vuol dire? Mi sarebbe piaciuto tenerli tutti lontani dalla carriera dello scrittore. Diventa un idraulico piuttosto – mi veniva voglia di gridare – e fatti il tuo fottuto king-size frigidaire pieno di salsicce viennesi».
Durante un colloquio tra Burroughs e Gérard-Georges Lemaire, nel corso del quale l’intervistatore chiede a Burroughs le sue impressioni a proposito del corso tenuto al Community College di New York, Burroughs risponde:
«Dopo aver fatto questa esperienza, ho deciso che non insegnerò più niente al mondo! Era un’università dove gli studenti non si interessavano affatto agli studi che facevano ed erano là solo per passare gli esami. Non c’era nessun feed-back con la maggior parte di loro, ti prendono molto senza dare niente in cambio».
Seguono altre considerazioni sulla scrittura, in particolare sul romanzo. Secondo Burroughs, «il dramma, per uno scrittore, è che deve sempre fare qualcosa di nuovo, oppure standardizzare il prodotto. Gli scrittori di romanzi cercano di creare un universo in cui hanno vissuto o dove vorrebbero vivere. Ciascuno scrittore si crea un suo universo. Quando comperate un libro, voi comperate un biglietto per viaggiare nel tempo dello scrittore».