LE VIE DEL VIRUS SONO FINITE? racconto di Effe Du
Ehi, sono io… scusa l’ora, stavi ancora dormendo lo so, è presto, lo capisco dalla tua voce, dai tuoi capelli arruffati e dal profumo di donna che sempre riesci a rubare alla notte. Non ti vedo ma ti sento e ti immagino. Ho voglia di confonderti con questa strana alba di fine gennaio. Non so perché ma questa mattina ho una sensazione diversa, come se dovesse essere l’ultima… no, tranquilla, sto benissimo, almeno credo. Il fatto è che i colori mi sembrano diversi e il mare sembra voler raccontare qualcosa che non afferro, guarda anche gli uccellini sulla panchina vicino alla mia finestra: sono immobili, snobbano le briciole della mia cena di ieri sera. E i gabbiani tacciono. Passano due anziani, più silenziosi del solito, e non vedo nessuno fare jogging, che succede?
Nonostante questo sole levantino, questa aria frizzante e questa solitudine che ormai mi accompagna quasi fosse un senso di pace, sono inquieto…E poi se ancora puoi ascoltarmi, ti voglio raccontare il sogno che ho fatto stanotte, quello che ricordo. Ero chiuso in una stanza e dalla finestra aperta su un grande prato arrivavano ombre che mi consegnavano pacchi, oggetti, sfilavano persone, ognuna diceva: ti ricordi di me? E` stata una esperienza bella ma inquietante al tempo stesso, ho rivisto tante persone care ma anche tanti ricordi dolorosi, legati all’infanzia, all’adolescenza. Sono confuso, ora ti lascio, scusami…
Mi preparo un caffè. Ma perché l’acqua ha uno strano colore? Una trasparenza profonda, come se mi chiedesse di specchiarmi, fa un po’ di mulinello, mi vorrebbe trascinare nel vortice della sua discesa. Ma perché?
Mi viene all’ improvviso in mente Chernobyl. Ero in viaggio in treno da Toulouse a Torino quella notte del 1987 e non ebbi notizia immediata del disastro che era avvenuto in Russia. Ma le sensazioni furono le stesse, purtroppo confermate il mattino dopo alla stazione di Torino.
Leggo immediatamente le notizie sul telefonino per capire se sia successo qualcosa di grave, niente, la solita politica, l’ economia , ecc. ecc. ah in Cina stanno disperatamente combattendo con un virus nuovo, qualcuno dice scappato dai laboratori di Wuhan, altri affermano passato all’uomo dai pipistrelli, mah questi cinesi sono incomprensibili certe volte, e poi la Cina è cosi distante, avevano fatto casino anche con la Sars. Ci sono voluti i nostri scienziati per dar loro una mano definitiva! E poi cos’è questo Covid 19? Sembra il titolo di un serial tipo Cobra 11.
La stessa mattina incontro a distanza di poco tempo sullo stesso lungomare un signore che abita nella casa di fronte al mio Camper e due Testimoni di Geova con i quali ho più volte dialogato in maniera divergente, ma sempre educata. Questa mattina d’istinto convergiamo tutti sulla necessità di una fratellanza e un’unione fra le persone e le nazioni del mondo, al di là della ideologie e dei rispettivi pensieri religiosi. Che strano, mi dico fra me e me.
Fu il sole di mezza giornata a crearmi altre sensazioni. Era veramente forte, dove batteva era estate vera. Mi raggiunsero immediatamente alcuni pensieri che avrei voluto avere in un altro momento, non quello stesso giorno. Ma dovetti sottostare a una sequela di retropensieri sul degrado ecologico del nostro sistema. Insomma non può essere estate in gennaio e inverno in luglio, pensai, e poi l’inquinamento prodotto dalle industrie, gli aerei, gli sprechi alimentari, il dissesto economico, la società, ecc. Tutti mi sovvennero nel giro di pochi minuti andando ad aggiungersi a tutto il resto, che già cominciava a pesarmi e non poco. Erano le tre del pomeriggio e non avevo alcuna voglia di pranzare. Strano, dirà chi mi conosce bene! Decisi di aprire ancora qualche finestrino del camper e fare un riposino per accantonare momentaneamente quei pensieri che cominciavano a montare sempre di più. Fuori dalle mie abitudini dormii molto, erano già le cinque. Il lungomare si era popolato di persone, chi da solo, chi mano nella mano, chi al telefonino. Guardai tutta quella gente dalla mia posizione privilegiata di vicinanza ed ebbi un sussulto: erano le ombre che avevo sognato? Il sonnellino del pomeriggio se è prolungato produce strane sensazioni, pensai. Mi bagnai gli occhi e mi precipitai sul lungomare affrontando di balzo i due metri che mi separavano dallo steccato del marciapiede. Restai in silenzio ad osservare per parecchio tempo finché il sole non tramontò definitivamente. Fu la sera, che mi colse impreparato ad affrontare la notte…
Mi risvegliai un mattino di metà febbraio. Le strade erano vuote, i negozi chiusi, i bar serrati, sui balconi nessuno, le auto sparite, sul vetro un avviso della Polizia che mi avvertiva di recarmi immediatamente alla mia residenza. Il Covid era diventato un serial… sì, ma killer!